sabato 9 luglio 2011

Querido Pelido

Querido Pelido
Destino bandido
Partito soldato
Ahi mito dannato

Dal mare infinito
Su legno sfiorito
A Troia sbarcato
Ahi boria del fato

Il pomo più ambito
Sarà ormai marcito
Lo smalto dorato
Ahi se c’è costato

A un dito dal dito
L’amore inseguito
Di poco mancato
Ahi gioco truccato

Carapace dove sei
Maledetti sian gli dei
Lente pede te ne vai
Ma non ti raggiungo mai
Carapace dove vai
Paradosso dei miei guai
Tra le braccia ti vorrei
Abbranco l’aria e non ci sei


Oh Ettore infido
Guerriero maldido
Il campo assolato
Ahi insanguinato

Di bronzo vestito
Lo scudo brandito
Pugnale sguainato
Ahi troppo affilato

L’amante colpito
Nell’Ade rapito
Il piede più alato
Ahi quanto tarpato

Oh Patroclo ardito
Fottuto dal mito
Il corpo scannato
Ahi sia vendicato

Carapace dove vai
Paradosso dei miei guai
Tra le braccia ti vorrei
Abbranco l’aria e non ci sei
Carapace dove sei
Maledetti sian gli dei
Lento pede te ne vai
Ma non ti raggiungo mai


Nota: Secondo il paradosso di Zenone di Elea (filosofo greco vissuto nel 400 A.C.), Achille non riuscirà mai a raggiungere la tartaruga. Per lo meno non potrà farlo se rappresentiamo matematicamente la loro gara. Fatto sta che Achille si trova davanti alle mura di Troia ed Ettore gli ammazza Patroclo, l'amante. Da quel momento, che Zenone abbia torto o ragione, l'amore e la pace (la carapace) saranno per Achille davvero irraggiungibili.

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