Bidella di scuola tua madre
Gli stessi capelli nel vento
Il padre fa opra da usciere
È bello in divisa d’aspetto
Correvi con nobile sprezzo
Sul tuo motorino d’argento
Disprezzo svelavi d’avere
Per ogni segnale d’arresto
Vezzosa da fiera Afrodite
In un crocevia d’Agrigento
Tra avite rovine e severe
Tu stavi correndo di certo
Segreta la fossa dannata
Le ruote cozzavano forte
Sbalzata cascavi di botto
Giù nella rugosa carrera
Lordavi di rosso l’asfalto
Di poco mancavi la morte
Cobalto er’il mare là sotto
Che fu della dea di Citera
Correvi leggiadra la vita
Da vera donzella di corte
Or tinta vermiglia nel volto
Che fu la caduta da pera
Nota: Una ragazzina scorrazza sul suo motorino per le strade di Agrigento. Lo fa con lo sprezzo del pericolo e la superiore noncuranza d'una nobildonna d'una volta o d'una ninfa dell'antica mitologia greca. La modernità è fatta di anche di questo: di gesti antichi in contesti nuovi.
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