lunedì 28 novembre 2016

Dice il saggio

L’emergere del populismo, dappertutto in Europa e adesso perfino nella più grande potenza mondiale, viene visto dalle élite tradizionali, soprattutto da quelle liberali e di sinistra, come un rischio esiziale per la democrazia-come-la-conosciamo.
Per difendere la democrazia, spiega il saggio, da americani dobbiamo giocoforza votare Hillary Clinton perché Donald Trump sarebbe una sciagura; da francesi, dobbiamo rassegnarci a Hollande o Sarkozy o chi per loro perché Marine Le Pen distruggerebbe l’Europa; da italiani, dobbiamo votare sì a una insulsa riforma istituzionale perché, se Renzi perde, finiremo tutti tra le fauci dei grillini.
Strana bestia, questa democrazia. Per difenderla, in un esercizio di masochismo pragmatico, ci tocca di votare i bugiardi o gli incapaci: Hillary Clinton, che ha discorsi diversi per tutte le occasioni, le ben retribuite convention della Goldman Sachs come i comizi agli operai del Michigan; Francois Hollande, il baluardo dei valori repubblicani che si fece eleggere promettendo punizioni per i baroni della finanza e che oggi punta, più banalmente, a ridurre il potere contrattuale delle classi lavoratrici ma per il loro bene, allo scopo di aumentarne la “produttività”; Matteo Renzi, che si è inventato padre costituente senza mai essere stato eletto.
La politica, dice il saggio, è l’arte del possibile. Loro, i populisti, banalizzando la complessità, promettono al contrario soluzioni semplici: cacciare gli emigranti, costruire muri, mandare in galera i politici (gli “altri”, ovviamente, i loro sono sempre vittime di complotti), e poi la pietra filosofale d’ogni autentica politicazza economica di stampo qualunquista: ridurre le tasse con una mano e con l’altra incrementare gli investimenti pubblici e il sostegno alle famiglie in difficoltà.
Sono abbastanza vecchio e smagato da ritenermi oramai immune dagli opposti estremismi del pragmatismo fine a se stesso e del populismo piccolo borghese. Nessuno, né i pragmatisti né tantomeno i populisti, offrono soluzioni credibili per i problemi di oggi.
I primi hanno partorito il populismo, intestardendosi in modelli di politica economica che hanno impoverito i propri rispettivi paesi. I secondi sono solo degli opportunisti.
I primi perseverano nell’errore, continuando a ripetere il mantra di un’economia che si basi sul privato e non sul pubblico. I secondi cercano solo capri espiatori da esporre alla gogna.
Datemi qualcuno che dica cose sensate, non m’importa che sia onesto o corrotto fino al midollo, e lo voterò.

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